domenica 29 novembre 2009

COME DISPORRE I PROPRI LIBRI

Volevo parlare di alcune cose trovate su un libro che riguardano il tempo, la vita, l'informazione, attraverso la metafora del viaggio, però volevo anche dire che tuttavia questo libro per adesso non lo inserirei nel mio scaffale dei libri preferiti. Poi mi è venuta l'idea di parlare di librerie, poi ho visto la puntata di Passepartout sulle biblioteche e allora ho deciso di parlare di libri, ma in particolare di come disporli. Ricordatemi, che di quelle cose contenute in La saggezza del Mare di Bjorn Larsson, ne parlerò in un altro post, più avanti, quando magari avrò finito il libro, e ne avrò un giudizio più completo.
Veniamo al punto. Come ordinate i vosti libri? C'è un modo migliore e uno peggiore? C'è un modo più "comodo"? C'è un modo più efficiente? Una cosa che ho notato è che i miei libri comunque non li perdo, e anche se sono disordinati li trovo ugualmente, ad esempio per adesso penso che osservandoli nella loro disposizione non si possa stabilirne una logica. Per un periodo ho preferito dividere i libri in tre categorie: Libri, Libri d'Arte, Libri di Studio o Lavoro, Enciclopedie-Dizionari-Atlanti. La prima categoria era suddivisa poi in tre sottocategorie e i libri potevano muoversi da una all'altra nel tempo. Queste tre categorie sono quella dei libri preferiti, quelli cardine tra tutte le letture, quelli belli ma non fondamentali e quelli di consumo. Ovviamente il giudizio su un libro poteva cambiare nel tempo portando a spostamenti degli stessi. Per riassumere possiamo dire che le categorie sono sette e di conseguenza anche sette gli spazi fisici dove questi libri vengono raccolti. Non so se questo sia un buon o un cattivo modo di conservare i propri libri, tuttavia mi sembra ancora adesso abbastanza corretto, è un modo per entrare in un rapporto più intimo con i propri libri. Altri modi possibili per ordinare i libri sono ovviamente quelli più tradizionali, ovvero per dimensione, per autore, per titolo, per genere ecc.. ecc.. (dimenticavo, all'interno delle sette categorie poi i libri non erano ordinati secondo nessuna delle categoria appena riportate). Mi piacerebbe avere qualche feedback in merito al tema, per confrontare le vostre strategie di archiviazione. Saluti, buona domenica.

sabato 28 novembre 2009

IN PANNE

Ho il computer in panne, cercherò di postare qualcosa di nuovo comunque. Credo che per il mio fido compagno non ci sia più niente da fare.

COMUNICAZIONE FUTURA, GIUDIZI DA ASIATICI

Asiatici
pastello a cera e acquerello su carta 8x10
2006

Due strani personaggi subrussi, caucasici, con lunghi teli avvolti dietro al collo e adagiati sugli avambracci si incrociano, chini sui loro pensieri, e forse nemmeno si sono guardati. Che stiano subendo qualche influenza? Non posso fare a meno che pensare a un Gurdjieff, saggio, scrittore, viaggiatore, mistico vissuto a cavallo del novecento. All'inizio del suo libro Incontri con uomini straordinari viene riportato un discorso molto interessante sul mestiere di giornalista e "comunicatore" nella società moderna, una critica alla notizia mordi e fuggi e al modo scriteriato di fare  cultura. Penso sia di aiuto, più che mai in questo momento a tutti quelli che lavorano nel settore dell'informazione e comunicazione. Buonanotte.
Per comodità non sto a riportare tutto il testo che è piuttosto lungo, avete comunque i link sopra e quello in seguito per poterlo leggere comodamente. Link.

domenica 22 novembre 2009

Quello che ci vorrebbe oggi


Zarautzeko Olatuak
olio su tela 60x40
2007

Proprio quello che ci vorrebbe oggi, e che desidero da un po', la tavola scalpita nella sua custodia. Un omaggio ai Paesi Baschi, alle loro onde e alla loro lingua. AGUR!

sabato 21 novembre 2009

MARE


Mare
olio su tela 35x50
2008

Un tramonto al mare tratto da una foto scattata in un posto che certamente non amo ma che in un tardo pomeriggio autunnale faceva un effetto diverso dal solito.

IERI, anzi L'ALTRO IERI HO RICOMINCIATO A DIPINGERE

Giovedì sera ho ricominciato a dipingere, era una cosa che dovevo fare, un dovere quasi morale, la mano e la mente me lo chiedevano da un po'. In quest'ultimo periodo mi sono dedicato maggiomente alla lettura, di fumetti in prevalenza, e all'ascolto di musica classica e jazz, per ritrovare un punto, nuove idee, nuove ispirazioni. Ho così rinunciato a una cena con concerto e mi sono messo col pennello in mano e tavolozza, era credo da un mese o forse qualcosa di più. In questo momento stò lavorando a un progetto che mi porterà alla realizzazione di dieci/undici quadri che hanno come oggetto un testo esposto alla Milanesiana 2009 dallo scrittore cinese Gao Xingjian, del quale, premetto, non ho letto nulla a parte quel brano che durante la sua esposizione, creò istantaneamente nella mia mente  una serie di sequenze da riportare su tela. Come dicevo, quindi, ho continuato questo primo quadro della serie che era parzialmente già abbozzato e poi ho iniziato a preparare lo sfondo per un nuovo quadro blu. Non vi ho ancora mostrato un quadro blu sul blog, presto lo farò. Saluti

sabato 14 novembre 2009

PASSANO I TEMPI E LE MODE, PASSAN..


Donde estan mis enemigos?
olio su tela 60x40
2006

Al solo leggere queste notizie (1,2,3,4), sulla possibile, quasi certa, chiusura definitiva dei festejos taurinos a Barcellona, per inciso dico da subito che non voglio disputare sul merito delle ragioni che vanno dall'animalismo-veganismo all'indipendentismo, mi è sorto spontaneo rendere omaggio a questa bellissima plaza de toros e allo spettacolo taurino del quale ho usufruito due volte nell'estate del 2006. A oggi 14 novembre sembra che l'Ayuntamiento non si sia ancora pronunciato, o almeno non ho trovato niente a tale riguardo su internet. Fatto stà che l'esibizione nella sua crudeltà, trasmette sensazioni che vanno oltre il puro divertimento per la tortura ma richiamano qualcosa di più profondo, cosa che è sottilineata durante lo "spettacolo" dal pubblico specializzato, il quale non applaude il torero per l'avere ucciso ma per il modo in cui ha "officiato il rito", si legga lo splendido saggio di Ernest Hemingway, Morte nel Pomeriggio. Per rendere omaggio alla plaza oggi presento quello che è il mio quadro migliore, e che non posseggo più, tratto da una foto per l'appunto scattata da me all'arena. Il quadro nella semplicità scenica e cromatica credo che riesca comunque a trasmettere la psicologia della situazione, e lasci bene intendere ciò che stà intorno intorno al toro ma che non è inserito nel quadro (forse non si sentono solo le musiche dell'orchestrina e l'odore intenso delle bestie). Il toro unico protagonista è come una macchia nera immersa nel caldo giallo della sabbia dell'arena, metà al sole e metà in ombra, e sembra cercare qualcosa al di fuori del rettangolo... La rappresentazione, come in tanti altri miei quadri, cerca di collocarsi a metà tra realismo e astrazione. Olè.

Per informazioni sulla corrida e sulla critica taurina ecco alcuni links:
Wiki_esp , Wiki_it , Portal Taurino , MundoToro, Picasso

ALTRI STUDI



Proiezione 21x29.7
da Tiepolo 29.7x21
carboncino e acquerello su carta
Prove 29.7x21
Al Bar 21x29.7
carboncino e china su carta
2006

Altri dibujos, studi e quant'altro.

STUDI

 

Posture 21x15
Colonna 15x21
carboncini su carta
Profilo 25x30
Scherma 29,7x21
carboncino e aquerello su carta
2006

Vi presento alcuni semplici studi di posture umane - profili-forme realizzati a carboncino e lievi segni di acquerello.

mercoledì 11 novembre 2009

RIEMPIRE UN FOGLIO


Untitled - (Piping)
tratto-pen su carta 21x29.7
2009

Quelle cose che si fanno quando si pensa totalmente a tutt'altro, ma poi ci ho preso gusto, è ho continuato a seguire il canone iniziale, alla fine ho inserito due delle mie ciliegine. Buona notte.

P.S. Longo stasera mi hai stregato ma non sarà sempre così.

UN CARTONE


Volare
acrilico e acquerello su cartone 60x110
2008

Ad oggi ho fatto solo due quadri su cartone, questo che presento e uno che tengo nel camino toppato di casa mia, insieme a un quantitativo di giornali e brochure che sembra quasi di essere nella sala d'attesa di un dentista (nel caso ci si annoi, ce n'è per tutti i gusti). Comunque, torniamo a noi, il quadro è stato realizzato su cartone da scatoloni, quel materiale che è diventato nobile solo forse grazie a qualche artista "povero". Devo dire che però possiede una capacità di intrappolare il colore e una tonalità intrinseca che per ciò che desideravo andavano egregiamente, in più non essendo perfettamente piatto da quel qualcosa in più. Il soggetto scaturisce da alcune meditazioni riguardo l'Angelus di Millet fatte al lavoro con Paolino, Albè e AdriGnocca, (non mi querelerete spero) un accenno al quale (il quadro di Millet) viene rappresentato nella parte bassa del quadro. La drammaticità dell'Angelus non può che fare da preludio a ciò che avviene nella parte superiore, scena accentata da questa grande stele naturale che svetta in un cielo cartone.

GIPI

Sono sempre più entusiasta di Gipi, adesso stò leggendo Appunti per una storia di guerra, è meraviglioso. Visitate il suo blog, comunque non ha bisogno di pubblicità. http://giannigipi.blogspot.com ( ho notato che i fumettisti hanno tutti un blog).

sabato 7 novembre 2009

L'OTTAVO RE


L'ottavo re
olio, acrilico e carboncino su tela 100x70
2009

La prima leggenda riguardante il
Tibet narra per l'appunto della loro stessa origine. Si dice infatti che l'unione tra uno scimmione della foresta e una demonessa delle montagne nella valle del fiume Tsangpo (altri dicono nel Powo) diede origine a un popolo di esseri metà scimmie e metà uomini, ricoperti di pelo, con la faccia rossa e piatta. Il dio Avalokitesvara portò loro orzo, riso, grano saraceno, senape e piselli, con il passare del tempo si formarono dodici clan che necessitavano di un unico re. Così ha inizio la dinastia Yarlung: "... In principio era una corda che penzolava dal cielo. Da lì discese il primo re tibetano, costruì la sua casa, coltivò il primo campo, diede agli altri una legge, si sposò ed ebbe figli. Poi risalì la fune e sparì in cielo per sempre... ".
Con il primo re, la società da nomade iniziò a costruire città fortificate e a stabilirsi in esse. Tutti i primi sette re appartenenti alla cosidetta dinastia dei Sette Troni, arrivarono sulla terra e tornarono in cielo salendo la stessa corda dalla quale erano venuti, senza lasciare sulla terra spoglie mortali. L'ottavo re Drigum Tsempo accecato dall'orgoglio decise di dare battaglia ai dodici capi clan i quali non accettarono la sfida eccetto Longam, un allevatore di cavalli proveniente dal Ladakh. Il perfido Longam ideò un astuto stratagemma per sconfiggere Drigum, ovvero fissò delle punte di lancia d'oro sulle corna di cento yak caricati con altrettanti sacchi rigonfi di cenere. Quando i poderosi bovini furono lanciati all'attacco i sacchi si ruppero provocando una densa fuliggine nella quale Drigum agitando la spada tagliò la corda che lo legava al cielo e nella confusione che seguì Longam lo uccise inverando il nefasto auspicio del nome, infatti Drigum significa o ucciso dal demone Dri (orgoglio) o ucciso nel sudiciume o ucciso dalla spada. Essendo il primo re ad avere lasciato il cadavere sulla terra la sua tomba, come tutte quelle che seguirono a contenere le spoglie dei re tibetani, era a forma di cumulo, e ricordava una montagna.

Letture:
Tibet, mito e storia di Pietro Angelini ed. Stampa Alternativa 2008
Tibet, storia della tradizione, della letteratura e dell'arte di Richardson-Snellgrove ed. Luni 1998

venerdì 6 novembre 2009

domenica 1 novembre 2009

RIO COME LA VEDO IO

Rio de Janeiro
olio su tela 100x50
2008

Eredito il titolo del post da una puntata di PassepARTout. Questo quadro mi fu commissionato da Lorenzo Minardi in arte Giffi a fine 2007 il quale mi diede una foto panoramica della città da copiare/reinterpretare. Di questo quadro mi piacciono la semplicità e la spazialità.

CITTA'


Città
china e Zacapa su carta 29.7x21
2005

Ancora una città, questa volta non dall'alto, semideserta, mura medievali, tempio buddista, case in stile Spagna colonie. Ombre di Zacapa.

LINKS


Manichino di De Chirico inseguito dalla tigre di Dalì e altre divagazioni sull'incompiutezza
acquerello su carta 21x29.7
2006

Un vortice d'acqua, d'aria e pensieri in libertà, come quando si precipita nei sogni repentini. Da poco tornato da Praga, tre wurstel con senape e ketchup infilzati, un manichino di De Chirico poco metafisico risvegliato da una tigre di Dalì poco surreale e da un dragone. Un uomo d'oriente che guarda un deserto con un grappolo d'uva che fa capolino. La lingua del manichino come una fettuccina da ginnastica artistica sostiene una tartaruga con uno Shiva Nataraja che orchestra le danze. In fondo anche Magritte nascosto sotto il suo cappello starà ossorvando la scena.